Notturna 10/11 luglio 2004 | |||
Che grande avventura la notturna, è davvero un’esperienza che mette a dura prova la propria forza, la propria resistenza, ci fa scoprire i nostri limiti, il nostro coraggio, una sfida con se stessi. Partire alle 22.30 di sera, quando è buio e girovagare per i monti, valli e laghi dell’alta Lombardia non è certo cosa da poco, o da sottovalutare. Ci si deve organizzare, preparare e poi munire di senso di sfida. Si sfida, bisogna sfidare la notte, l’ignoto, visto che il percorso da seguire è tenuto rigorosamente segreto fino alla consegna del road-book, il sonno che alla fine arriva subdolo e ovviamente la stanchezza che quando ti colpisce rende tutto annebbiato e ovattato, si ha la sensazione di sdoppiarsi, una parte di noi è a cavalcioni della moto e segue il percorso, mentre un’altra parte vaga nello spazio circostante, quasi come se osservasse un filmato.
Primo ritrovo generale per una gustosissima pizza al Motobar - Pogliani
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per poi partire tutti in gruppo |
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e raggiungere |
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designato il tour leader, nonché Uboat, siamo partiti per quest’avventura. | |||
Quindi partiti abbiamo seguito il seguente tracciato: Seregno, Erba, Canzo, Asso, Pian del Timavo (prima sosta caffè) | |||
e successiva sosta timbro in località |
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Da Lecco su per A Dervio a suon di salamelle e pasta al pomodoro, il tutto annaffiato da coca-cola o vino per il più tosti, abbiamo potuto così soddisfare il nostro appetito che si stava facendo veramente prepotente. |
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Ristorati e rinfrancati, cambiato il road-book, il tour notturno è proseguito, proseguendo per Morbegno, peccato che lungo il percorso, il piacere del giro è stato bruscamente interrotto dal sopraggiungere di un temporale notevolmente impetuoso, con raffiche di vento gelato particolarmente forti, scrosci di pioggia talmente violenti, che per noi vestiti purtroppo in modo inadeguato era quasi come se tanti spilli ci colpissero. | |||
Che fare? |
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visto il vento, i fulmini, l’acqua, ha rapidamente deciso di variare il percorso facendoci tornare rapidamente indietro. Detto fatto. Messe le moto a chiodo (in galleria) e a velocità da triciclo sui tratti bagnati, siamo arrivati a Como, dove iniziava ad albeggiare e si poteva così notare che i nuvolosi neri erano alle nostre spalle. Che sospiro di sollievo, lasciato il temporale alle nostre spalle, a questo punto non ci rimaneva che terminare il nostro tour arrivando a Seveso dove cappuccino e brioche a go-go ci stavano aspettando, nonché le foto ricordo fatte alla partenza e il ricordino. Como all’alba è sempre bellissima, traffico zero ma semafori già in funzione. Un invito a nozze per dei Vmax. Lo immaginate vero cosa abbiamo fatto vero? Partenze al fulmicotone….. wow…. quando ci vuole, ci vuole.Bolliti e stravolti siamo comunque arrivati a Seveso
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Giungere nella piazzetta di Seveso è stata un’emozione contraddittoria. Per un certo aspetto eravamo contenti, eravamo riusciti a portare a terminare la nostra avventura e finalmente si poteva così andare a dormire, ma allo stesso tempo le emozioni provate erano state talmente belle e intese che come per tutte le cose belle che hanno termine, si sentiva un senso di tristezza. Queste doppia sensazione è durata poco, il profumo delle brioche appena sfornate che ci aspettavano all’interno del bar, hanno fatto dimenticare tutti i tristi pensieri. Così dopo una lauta colazione, ritirate le foto e il ricordino siamo rientrati, obiettivo il proprio lettone.
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L’anno prossimo? Se il destino non disporrà in modo diverso, ovviamente, tutti presenti! | |||