Dolomiti 2 … la
dove volano le aquile.
Forse le aquile
sulle vertiginose vette dolomitiche non ci sono, ma in compenso queste
spettacolari formazioni rocciose hanno calamitato i nostri sguardi al
100%.
Uno tra i luoghi
più belli che il mondo ci invidia lo abbiamo noi a pochi chilometri da
casa, facilmente raggiungibile o quasi.
E si, quasi
facilmente raggiungibile, perché il caldo torrido che si è scatenato in
questi giorni ha reso il viaggio particolarmente pesante.
Raggiungere
Conegliano Veneto, il luogo del ritrovo generale con tutti i
partecipanti a questo secondo tour dolomitico è stato piuttosto
impegnativo.
Si sperava di
trovare almeno li un po’ di frescura, ma le nostre speranze sono state
caldamente deluse. |
conosciuto da
molti come Bull Dog o il “giapponese” per la sua vmax gialla ed Emily,
che insieme si sono letteralmente fatti in 4 per accogliere tutti con un
calore unico.
Al luogo del ritrovo
generale, il sabato mattina, eravamo in 14 vmax, tutte tirate a lustro
con il pieno fatto e i cavallini già scalpitanti, pronte a partire. |
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Ma prima di ogni
cosa le presentazioni.
Tanti nomi
nuovi, e parecchie vmax che si vedono per la prima volta sono sempre un
momento intenso e pieno di elettricità; un’emozione alla quale non si
farà mai l’abitudine.
Stabilito chi
avrebbe fatto la “scopa”, puntuali come un orologio svizzero, alle 09,00
con Bull Dog in testa siamo partiti per il tour dolomitico. |
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Da Conegliano V. risalendo il Piave, abbiamo raggiunto il lago di Santa
Croce. |
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Sempre costeggiando il Piave, passata Ponete nelle Alpi, eccoci a
Longarone. |
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Un brivido lungo
tutta la schiena ci fa sussultare tutti. E’ inutile nasconderlo.
La diga costruita
sul torrente Vajont, che le ha poi dato il nome è li; un gigante di 263m
che ancora oggi sovrasta il paese. |
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Si sale. E il pensiero corre, corre veloce a quella notte del 9 ottobre
di 43 anni fa, quando, la frana annunciata del monte Toc (in dialetto
locale significa marcio) cadendo nell’invaso, provocò un’onda alta 100
metri che si abbattè sul paese di Longarone cancellandolo. |
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Dalla diga il
nostro tour è proseguito lungo la valle di Zoldo dove ci siamo fermati
per il pranzo.
Il luogo scelto
da Fiorenzo ha veramente incontrato l’approvazione di tutti. |
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Una trattoria
completamente immersa nel verde, con i tavolini all’esterno. Menù unico
per tutti molto appetitoso al quale nessuno è riuscito a dire no al bis.
Dopo il lauto
pranzo e riprese le moto, via per la seconda parte del giro.
Pit Stop
panoramico alla Forcella Staulanza. Una terrazza a 1773 m. a strapiombo
sulla valle sottostante da dove si godeva un panorama mozzafiato, poco
indicato per coloro che soffrono di vertigini.
In basso,
praticamente sotto i nostri piedi, Alleghe e l’omonimo laghetto, mentre
alle nostre spalle il monte Pelmo. Unica nota negativa, la foschia
dovuta all’umidità, che non ci permetteva di ammirare anche la
Marmolada, ma non si può avere sempre tutto giusto? |
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Dalla Forcella
Staulanza, dopo un caffè doppio per far fronte ai primi attacchi di
sonno dovuti alla sostanziosa mangiata, si è raggiunta Alleghe.
Spettacolare il
tratto di strada che abbiamo percorso. |
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800 metri di dislivello interamente avvolti dalla boscaglia, su un
susseguirsi di tornanti che ci hanno portato a valle in una manciata di
minuti. |
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La cittadina che
possiamo ammirare oggi non è l’abitato originale. Quello è adagiato a 35
metri sul fondo del lago. Si perché il lago di Alleghe si è formato nel
1771 per un’immensa frana. Questa ostruendo il normale corso del fiume
Cordevole diede origine al lago che sommerse alcuni villaggi tra cui la
vecchia Alleghe. |
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Dopo l’ultima sosta carburante, sempre seguendo sempre il Cordevole,
abbiamo quindi raggiunto Agordo e per coloro che hanno potuto
trattenersi fino a tardi, Valdobbiadene, dove ci siamo fermati per
l’aperitivo a base crostini e formaggio Asiago, il tutto innaffiato dal
vino bianco frizzante tipico della zona per l’appunto il prosecco di
Valdobbiadene. |
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Seduti ai tavolini della terrazza che spaziava sulla valle interamente
coltivata a vigneti |
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si è fatto il riassunto della splendida giornata in moto, che come per
tutte le belle cose, stava volgendo al termine; e solo con la cena si è
definitivamente conclusa. |
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Per poter dare la
dovuta attenzione a posti così belli purtroppo un solo giorno è
veramente poco, soprattutto per coglierne completamente la bellezze, ma
meglio poche ore che niente.
Alla prossima e un
sonoro GRAZIE a Fiorenzo ed Emily. |