Tour dolomitico Veneto/Friulano,
proprio un gran bel fine settimana.
Il tempo ce l’ha messa davvero tutta
per rovinarlo, ma non ha raggiunto il suo scopo.
Al meeting point di sabato mattina;
contro ogni più infausta previsione, ecco puntuali arrivare le Vmax.
In principio le 4 già presenti perché
arrivate il giorno prima, poi alla chetichella da 4 sono diventate 16.
Considerando che
il colore del cielo non invogliava certo ad uscire di casa, soprattutto
in moto, |
Bull Dog |
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Veneto Lion |
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che per questo tour hanno lavorato
duramente impegnandosi molto.
La passione
profusa nella realizzazione di questo gran bel giro li ha portati a
preparare un cartoncino/invito con tanto di cartina e programma. |
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Sono le piccole cose, i dettagli che
danno valore alle cose.
Il momento
dell’incontro è stato particolarmente gioioso. |
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Molti dei partecipanti, questa volta
non si conoscevano tra loro e il momento delle presentazioni ci ha
riportato indietro nel tempo, agli albori del club, quando alle prime
uscite s’incontravano coloro che poi sarebbero diventati inseparabili
compagni di viaggio.
A questo punto anche i nuvoloni neri
hanno rinunciato ad ogni infelice azione piovosa, e scaldate le moto, il
tour ha avuto inizio.
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Un percorso
inedito e fuori dalle vie battute abitualmente dal turismo, a cavallo
tra il Veneto e il Friuli V.Giulia. |
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Seguendo un
itinerario di una prepotente bellezza, |
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reso ancora più
particolare dal forte contrasto dei colori, tra un continuo susseguirsi
di vigneti di Prosecco |
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si è raggiunto il Passo S. Boldo.
Un’ importate via d'accesso, che
mette in comunicazione le prealpi trevigiane con la valbelluna; costruita
in 100 giorni dal genio zappatori austriaco nell'inverno 1917-18, col
lavoro dei prigionieri russi e delle donne di Novena.
Una
via ora carrozzabile tutt'altro che semplice da percorrere; strappata
alla nuda roccia con prepotenza, tanto duro lavoro e sacrificio.
Un susseguirsi di 18 tornati, molto
stretti e ripidi che mettono a dura prova anche il più provetto dei
conducenti. |
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Percorrere con le vmax, mezzi poco
maneggevoli per questa “scala rocciosa” ha fatto sudare a tutti noi le
proverbiali 7 camice, percorso impegnativo oltre ogni aspettativa, che
ha ripagato i brevi momenti di panico offrendo una vista sulla valle
sottostante spettacolare. |
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Successivamente si
è toccata; la diga del Vajont, per poi raggiungere tra un susseguirsi
di valli e paesaggi dolomitici caratteristici per la loro bellezza,
Barcis |
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dove sul suo
omonimo lago si stavano tenendo i campionati Europei di Motonautica e da
lì in Val Pentina dove ci siamo fermati per il pranzo. |
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Terminata la sosta
pranzo; questa volta con il sole che nel pieno del suo fulgore era
tornato a farci compagnia, il tour è proseguito per Piancavallo, con
vista panoramica sulla piana di Aviano e il suo mitico aeroporto
militare |
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per
successivamente raggiungere la località Gorgazzo, un angolo di paradiso
in terra. |
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Una bellezza oltre ogni
immaginazione, una polla d’acqua cristallina che a seconda
dell’intensità della luce del sole varia di colore mantenendo una
trasparenza unica.
Lì i colori verde
smeraldo, blu cobaldo, azzurro zaffiro si alternano armoniosamente
lasciando il visitatore incantato quasi ipnotizzato da una bellezza
ultraterrena. |
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Nel 1877 il poeta Marinelli che vi si
recò così lo descrisse:
“ Prendete il
colore dello smeraldo, quello delle turchesi, quelli dei berilli,
gettateli in un mare di lapislazzuli, in modo che tutto si fonda e ad un
tempo conservi l'originalità sua propria ed avrete la tinta di quella
porzione di cielo liquido che si chiama il Gorgazzo!" |
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Con la sosta al
“Gorgazzo” si è concluso il motogiro, ma non la giornata e prima
dell'aperitivo siamo stati anche benedetti. |
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Tutti pronti per
l’appuntamento serale, dove anche coloro che per ragioni di lavoro non
hanno potuto passare la giornata in moto con il gruppo, hanno
ugualmente voluto prendere parte alla serata, una serata festosa e
golosa che ha suggellato così nuove amicizie e un’unica passione per la
mitica Vmax. |
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Dopo le fatiche ....... i saluti |
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