FAAK AM SEE 8÷13 SETTEMBRE 2009

 

Che avventura spettacolare, un evento di  portata Europeo.

Dopo aver preso parte all’European Bike Week, nessun altro motoraduno o qualsivoglia evento simile potrà in nessun modo solo avvicinarsi a quello che si è tenuto in Austria.

E’ una manifestazione talmente imponente che lo si può  solo vivere, è talmente coinvolgente  che è particolarmente difficile  riuscire a fornire una descrizione all’altezza della manifestazione.

Un evento nell’evento, si è spettatori e contemporaneamente protagonisti dello spettacolo, un “recital “ dove non si pongono limiti alla fantasia, dove le uniche regole da rispettare sono il codice della strada, tutto il resto è libero.

Che non è un “motoraduno “ come gli altri si inizia a capire già all’altezza di Udine, più di 100 chilometri prima del luogo dove si tiene l’European bike week.

Lungo il percorso che ci separa da  Faak am See si incontrano decine e decine di moto, non moto normale, ma Harley Davidson, solamente H.D. di tutte le cilindrate e di tutti i modelli, e man mano che ci si avvicina le moto aumentano sempre più, e la statale alla fine è un unico serpentone di Harley.

 

Ma il bello arriva solo quando si arriva al lago di Faak. Moto  ovunque, tantissime, oltre ogni immaginazione, impossibile farne una stima.

Sembra d’essere a Milano o a Roma nell’ora di punta con i semafori in tilt, solo che al posto delle autovetture ci sono moto.
 
 

 

Non ci si muove più, siamo bloccati… in coda… impossibile siamo in moto eppure siamo in coda.

Per semplificare la circolazione il transito alle autovetture è stato interdetto, e per l’occasione è stato instaurato il senso unico, ma non è assolutamente sufficiente.

La coda si fa, eccome se si fa.

 

 

Ci guardiamo in giro e a stento crediamo ai nostri occhi, H.D. in ogni luogo. Tutti i distributori di carburante che si incontrano hanno i parcheggi pieni, i bar e le pizzerie pure, l’intero anello che circonda il lago è un unico parcheggio, moto nelle piazzette, sui prati, nelle viuzze, nei budelli, nei garage dei privati con le serrande aperte, nei cortili delle ville, insomma dove ci sono 2 metri di terreno sufficientemente in piano per poter parcheggiare ci sono delle moto.

 

 

Finalmente arriviamo all’albergo, l’acqua del radiatore è alla temperatura giusta per cuocere la pasta, dobbiamo fermarci un attimino altrimenti  fonde tutto, giusto il tempo per far tornare la temperatura dell’acqua a livelli accettabili.

Riprendiamo le moto giusto in tempo per prendere parte alla grande parata: la parata: cosa sarà mi chiedo,  forse  un percorso tra le montagne della Carinzia e i suoi laghetti….. magari, in realtà lo spettacolo siamo noi motociclisti ad offrirlo al pubblico, il percorso transennato in effetti c’è e al suo interno tutti noi, mentre all’esterno lungo l’intero tracciato la gente con tanto di bandierine, trombette, telecamere per riprendere lo spettacolo. Ma la cosa non finisce certo qui, a loro volta il pubblico è spettacolo per noi.

 

Chi si è agghindato da antico vichingo, da personaggi celebri dello spettacolo, ogni categoria è rappresentata, preti  suore, go go girl , da rimanere senza parole.
Inizia la parata, il percorso rigorosamente obbligatorio e transennato, ci   obbliga a percorrerlo fino alla fine, più di 3 ore di motogiro di spettacolo tra boschi laghetti e villaggi, il tutto tra due ali di folla osannante che ci ha “fatto sentire protagonisti”;  per un giorno noi eravamo al centro del mondo.

 

Al termine della parata/sfilata eravamo  esausti, una sosta rigeneratrice era doverosa, non si poteva certo affrontare l’Harly Villane così.

Raggiunto il village dedicato alle esposizioni delle moto preparate, ci siamo trovati ad ammirare delle opere d’arte. Moto che dell’originale non avevano assolutamente più niente, pezzi unici, che riuscivano ad abbagliare con la loro bellezza gli sguardi di tutti. Il tunning allo stato puro, unico limite la fantasia.

 

Un’esperienza che va vissuta, per certi aspetti esaltante e  terrificante allo stesso momento, che però lascia nel cuore di ogni suo partecipante un sapore, un’eccitazione che difficilmente puoi provare altrove.