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Anche quest’anno, il tour dolomitico
organizzato da Paoul in concomitanza con la festività del corpus Domini,
festività che nei paesi protestanti si festeggia ancora, ha pienamente
soddisfatto ogni aspettativa.
La meteo , nonostante questo 2010
particolarmente instabile, ci ha “graziato” donandoci un intero week-end
di sole con temperature che definirei estive.
Cosa c’è di più bello per un motociclista
appassionato se non il percorrere le spettacolari vie dolomitiche?
Penso poco o addirittura niente.
In quella
terra, la natura mette in mostra il meglio di se, e a noi non resta
che cogliere tutto questo spettacolo. |
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Il clou dell’intero week-end è stata
ovviamente la giornata di sabato.
Per ragioni di semplicità, l’incontro
generale con tutti i partecipanti, è stato fissato all’uscita
dell’autostrade del Brennero di Egna-Ora, facile da raggiungere per
tutti, almeno così pensavamo, si perché purtroppo, per un nutrito gruppo
di partecipanti provenienti dalla Germania cosi non è stato.
Una volta
arrivati tutti, il numero di vmax presenti era tale, che poteva
tranquillamente lasciar supporre che fosse in corso lo svolgimento di un
motoraduno, mancava solo il baracchino delle salsicce e delle birre per
indurre in errore ogni passante. |
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Ovviamente nell’intervallo di tempo
trascorso dal momento del ritrovo a quello dell’effettiva partenza tutti
i presenti si sono lasciati andare alla reciproca ammirazione delle
rispettive moto.
Per dei vmaxisti appassionati, questo è
di sicuro il momento più coinvolgente, ammirare le modifiche delle moto
altrui e/o mettere in mostra le modifiche apportate alla propria di
moto; in una scala da 1 a 10è sicuramente ciò che occupa il primo posto
e subito dopo ben distanziato viene tutto il resto.
Una volta
terminate le presentazioni, e lo scambio di considerazioni tecniche il
motogiro del gruppo del Brenta ha finalmente avuto inizio. |
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Lasciato quindi
l’ampio parcheggio dell’uscita di Egna/Ora, abbiamo preso la via del
Vino, la Weinstrasse in direzione Mezzacorona. |
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Il nome dato a questa spettacolare via
panoramica, non è certamente stato dato a caso, solo percorrendola si
capisce il perché.
Immaginate un interminabile rettilineo,
completamente immerso in filari e filari e ancora filari vigneti,
alternati a coltivazioni di mele, vi dice niente la Melinda?
Da
Mezzocorona, si è presa la deviazione per Molveno dove ci siamo fermati
per un break caffè. |
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Lasciata la valle si è così iniziato
a salire, in un susseguirsi di curve e tornanti che hanno impegnato
tutti nella guida, impegno ampliamente ripagato dalla magnificenza di
ciò che i nostri occhi avevano modo di osservare; boschi di pini
impenetrabili, laghi, cascate, ripide valli, gole profonde e
vertiginose vette ancora innevate che si stagliavano nell’azzurro del
cielo. |
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In un continuo susseguirsi di vedute
mozzafiato siamo così giunti a Ballino dove ci siamo fermati per la
meritata sosta pranzo e quando l’appetito incalza non c’è più vmax,
bellavista o bellagnocca che tenga, l’unica cosa che si ha in mente
sono le bontà che si possono gustare. |
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E bontà di fatto sono state, un
abbondante bis di primi (lasagne e risotto ai frutti di bosco) un
secondo a scelta e davvero tutti i gusti sono stati soddisfatti, per
completare con il dolce, il caffè e l’ammazzacaffè.
Che dire, la prima parte del tour
dolomitico si è conclusa in modo ottimale, ora non resta che apprestarsi
per la seconda parte del percorso.
Certo con i magnifici prati e il sole
caldo, la tentazione di lasciare le moto dov’erano e di lasciarsi andare
ad un pisolino ristoratore all’ombra di un albero era particolarmente
forte, ma il richiamo di Paoul a proseguire ha riportato tutti
all’ordine.
Indossato così il
casco e tutta la bardatura di protezione siamo ripartiti, questa volta
per Madonna di Campiglio e successivamente Caldaro dove il tour ad
anello del gruppo del Brenta si sarebbe così concluso. |
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Questo secondo
tratto è stato decisamente più scorrevole ma ugualmente suggestivo, il
top dello spettacolo si è raggiunto una volta arrivati a Madonna di
Campiglio, con la maestosità del massiccio del Brenta proprio innanzi a
noi; ultimo pit-stop caffè Folgaria. |
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L’ultimo tratto
che ci separava dalla doccia calda è stato in realtà quello che ci ha
maggiormente impegnato, il passo della Mendola, sempre impressionante,
soprattutto quando lo si percorre in discesa, e lo sguardo oltrepassando
il muretto di contenimento e si perde nel vuoto; 800 metri di caduta
libera, il massimo per uno che pratica parapendio, ma per un
motociclista….. questo belvedere incute sempre una certa inquietudine
profonda. |
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Dopo la doccia, ci
siamo ritrovati tutti per la cena fredda in un locale particolare di
Caldaro, dove ci hanno servito dei taglieri con i tipici salumi della
zona, i formaggi e come contorno sottoaceti. |
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Un ultimo brindisi
per concludere in bellezza la magnifica giornata con la promessa di
rivederci al prossimo Dolomiti Tour. |
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