DOLOMITI TOUR 5 GIUGNO 2010

 

Anche quest’anno, il tour dolomitico organizzato da Paoul in concomitanza con la festività del corpus Domini, festività che nei paesi protestanti si festeggia ancora, ha pienamente soddisfatto ogni aspettativa.

La meteo , nonostante questo 2010 particolarmente instabile, ci ha “graziato” donandoci un intero week-end di sole con temperature che definirei estive.

Cosa c’è di più bello per un motociclista appassionato se non il percorrere le  spettacolari vie dolomitiche?

Penso poco o addirittura niente.

In quella terra, la natura  mette in mostra il meglio  di se, e a noi non resta che cogliere tutto questo spettacolo.

 

 

Il clou dell’intero week-end è stata ovviamente la giornata di sabato.

Per ragioni di semplicità, l’incontro generale con tutti i partecipanti, è stato fissato all’uscita dell’autostrade del Brennero di Egna-Ora, facile da raggiungere per tutti, almeno così pensavamo, si perché purtroppo, per un nutrito gruppo di partecipanti provenienti dalla Germania cosi non è stato.

Una volta arrivati tutti, il numero di vmax presenti era tale, che poteva tranquillamente lasciar supporre che fosse in corso lo svolgimento di un motoraduno,  mancava solo il baracchino delle salsicce e delle birre per indurre in errore ogni passante.

 

 

 

Ovviamente nell’intervallo di tempo trascorso dal momento del ritrovo a quello dell’effettiva partenza tutti i presenti si sono lasciati andare alla reciproca ammirazione delle rispettive moto.

Per dei vmaxisti appassionati, questo è di sicuro il momento più coinvolgente, ammirare le modifiche delle  moto altrui e/o mettere in mostra le modifiche apportate alla propria di moto; in una scala da 1 a 10è sicuramente ciò che occupa il primo posto e subito dopo ben distanziato viene tutto il resto.

Una volta terminate le presentazioni, e lo scambio di considerazioni tecniche il motogiro del gruppo del Brenta ha finalmente avuto inizio.

 

Lasciato quindi l’ampio parcheggio dell’uscita di Egna/Ora, abbiamo preso la via del Vino, la Weinstrasse in direzione Mezzacorona.

 

Il nome dato a questa spettacolare via panoramica, non è certamente stato dato a caso, solo percorrendola si capisce il perché.

Immaginate  un interminabile rettilineo, completamente immerso in filari e filari e ancora filari  vigneti, alternati a coltivazioni di mele, vi dice niente la Melinda?

Da Mezzocorona, si è presa la deviazione per Molveno dove ci siamo fermati per un break caffè.

 

Lasciata la valle si è così  iniziato a salire, in un susseguirsi di curve e tornanti che hanno  impegnato tutti nella guida, impegno ampliamente ripagato dalla magnificenza di ciò che i nostri occhi avevano modo di osservare; boschi di pini impenetrabili, laghi, cascate, ripide valli,  gole profonde e vertiginose vette ancora innevate che si stagliavano nell’azzurro del cielo.

In un continuo susseguirsi di vedute mozzafiato siamo così giunti a Ballino dove ci siamo fermati per la meritata sosta pranzo e quando l’appetito incalza non c’è più vmax, bellavista o  bellagnocca che tenga, l’unica cosa che si ha in mente sono le bontà che si possono gustare.

 

E bontà di fatto sono state, un abbondante bis di primi (lasagne e risotto ai frutti di bosco) un secondo a scelta e davvero tutti i gusti sono stati soddisfatti, per completare con il dolce, il caffè  e l’ammazzacaffè.

Che dire, la prima parte del tour dolomitico si è conclusa in modo ottimale, ora non resta che apprestarsi per la seconda parte del percorso.

Certo con i magnifici prati e il sole caldo, la tentazione di lasciare le moto dov’erano e di lasciarsi andare ad un pisolino ristoratore all’ombra di un albero era particolarmente forte, ma il richiamo di Paoul a proseguire ha riportato tutti all’ordine.

Indossato così il casco e tutta la bardatura di protezione siamo ripartiti, questa volta per Madonna di Campiglio e successivamente Caldaro dove il tour ad anello del gruppo del Brenta si sarebbe così concluso.

 

Questo secondo tratto è stato decisamente più scorrevole ma ugualmente suggestivo, il top dello spettacolo si è raggiunto una volta arrivati a Madonna di Campiglio, con la maestosità del massiccio del Brenta proprio innanzi a noi; ultimo pit-stop caffè Folgaria.
L’ultimo tratto che ci separava dalla doccia calda è stato in realtà quello che ci ha maggiormente impegnato, il passo della Mendola, sempre impressionante, soprattutto quando lo si percorre in discesa, e lo sguardo oltrepassando il muretto di contenimento e si perde nel vuoto; 800 metri di caduta libera, il massimo per uno che pratica parapendio, ma per un motociclista….. questo belvedere incute sempre una certa inquietudine profonda.
Dopo la doccia, ci siamo ritrovati tutti per la  cena fredda in un locale particolare di Caldaro, dove ci hanno servito dei taglieri con i tipici  salumi della zona, i formaggi e come contorno sottoaceti.
Un ultimo brindisi per concludere in bellezza la magnifica giornata  con la promessa di rivederci al prossimo Dolomiti Tour.