Erano anni che si parlava di
organizzare questa spettacolare gita, una meta immancabile nel carnet di
un motociclista e quest’anno grazie al lavoro organizzativo di Lupo_3,
Venetolion e Teresa, finalmente siamo riusciti a realizzare questo
progetto.
Certo volendo basta prendere una
cartina, studiare un itinerario e partire, ma non è certo la stessa
cosa.
Con una guida del posto si possono
scoprire ambienti ai più sconosciuti e fuori delle vie canoniche del
turismo organizzato.
Fino all’ultimo si è temuto parecchio
di non riuscire a realizzare l’evento a causa del maltempo.
Che fare…?
Cerchiamo di monitorare il meteo
attraverso il web e i canali televisivi e … d’obbligo teniamo le dita
incrociate.
La maggioranza dei canali tematici per
la giornata di sabato, quella dedicata al tour, danno solo deboli piogge
al mattino e un miglioramento consistente per il pomeriggio con la
presenza addirittura del sole; non possono sbagliare tutti…. quindi si
parte, in fondo quello che conta è uscire in moto, la bella compagnia,
un’ottima mangiata e tanta avventura; ingredienti basilari per aiutare a
dimenticare una settimana di lavoro e di menate.
Sabato mattina
come da programma ci troviamo all’uscita di Padova Est nel parcheggio
spaziale dell'Ikea, gira di qua, gira di la, troviamo Venetolion,
Teresa e Lupo 3 impegnatissimi ad dirigere “il traffico” cioè, l’arrivo
dei partecipanti e a distribuire le mappe con il percorso. |
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Un debole sole fa capolino tra le
nuvole, ci fa capire che forse Giuliacci e “biro biro” questa volta con
le previsioni ci hanno azzeccato.
Continuiamo a
fare gli scongiuri, non sono mai sufficienti e dopo l’appello finale
si parte, destinazione Taglio di Po. |
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Purtroppo la pioggia anche se leggera
ci segue, con nostro gran dispiacere dobbiamo tenere al coperto
telecamere e macchine fotografiche, peccato davvero perché subito lo
spettacolo che si presenta ai nostri occhi è straordinario.
Ci troviamo a precorrere l’argine
maestro del Bacchiglione, uno dei fiumi che circonda la cittadina di
Padova.
Una leggera
foschia si leva dal pelo dell’acqua quasi immobile, rendendo tutto
molto suggestivo; solo il lento movimento di qualche foglia che vi
galleggia evidenzia il pacato movimento dell’acqua. |
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Dalla nostra
posizione elevata possiamo osservare tutto come da una terrazza e sempre
percorrendo l’argine arriviamo a Cavarzere dove è prevista una breve
sosta caffé. |
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Terminata la sosta riprendiamo le moto
e con l’animo sollevato notiamo che anche la pioggia ha finalmente
finito di disturbarci.
Si prosegue
verso Porto Viro e Taglio di Po da dove, attraversato il ponte sul
grande fiume lasciamo la Romea e iniziamo a costeggiare uno dei rami
del fiume. |
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Subito davanti a
noi si presenta la maestosità del PO, reso ancora più imponente dalle
recenti precipitazioni e nonostante la forte portata, scorre placido
sotto i nostri occhi e lo sguardo viene rapito da tanta bellezza. |
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Ad un certo punto una biforcazione, il
fiume si divide in 2 rami minori, ne seguiamo uno e qui inizia la
seconda parte dell’avventura, la parte più trasgressiva e divertente.
La strada
asfaltata ci abbandona e al suo posto una sterrata trasformata in una
palude viscida dalle capienti piogge. |
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Un breve minuto di perplessità si
insinua nelle nostre menti.
Entrare li dentro con le nostre motine?
Sporcarle tutte?
Non sia mai!.
Ma subito dopo i dubbi si sono
dissolti e hanno lasciato il campo libero al senso di avventura e
gogliardia.
Lentamente ci addentriamo, temiamo di
affondare come nelle sabbie mobili, tenere la moto diventa
impegnativo, sembra andare dove vuole, e qui l’adrenalina sale, solo
Bull Dog con la sua Can-Am assiste allo spettacolo imperturbabile, lui
di ruote ne ha 3 quindi problemi di tenuta zero.
Si cerca di evitare le pozzanghere,
non si sa quale insidie nascondano e si prosegue quasi in una gara a chi
riesce ad arrivare fino in fondo senza finire nel fiume.
La cosa si fa divertente quando alla
fine di questo tratto piuttosto lungo ci troviamo innanzi un dosso altro
circa 1 metro per l’intera larghezza della carreggiata. |
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E adesso che si fa? Tornare indietro è
impensabile, passare sopra al dosso pure, lo dobbiamo aggirare. Siamo
sempre sull’argine del fiume, si sceglie il lato sicuro, e si tirano
fuori dalle tasche tutti gli amuleti.
Con le bestie che ci troviamo aggirare
questo dosso passando sull’erba alta bagnata a margine del lato scosceso
dell’argine è davvero un rischio, se la moto scivola ce la ritroviamo in
piazza S. Marco a Venezia.
Ci diamo una mano e piano piano
passiamo tutti senza problemi.
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Un sospiro di
sollievo e il tour prosegue costeggiando il Po della Gnocca, per
attraversare il ponte di Barche, e raggiungere così la Sacca degli
Scardovari, una laguna racchiusa tra la bocca del Po di Tolle e la Bocca
di Goro dove ha sede il ristorante “Agli Scardovari”. |
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Un gustosissimo menù ci stava
aspettando e questa volta l’arrivo dei bis è veramente molto gradito…
sarà mica fame? |
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Dopo l’ultima fetta di torta il caffè
e i vari ammazzacaffè, si riprendono le moto per la parte conclusiva del
giro e questa volta con un debole sole fa capolino.
Si prosegue, sempre mantenendo la
laguna alla nostra destra e gli innumerevoli canali che fanno da
separatori delle infinite isolette alla nostra sinistra.
Con il sole la
bellezza di quella terra si fa sempre più prepotente, un continuo
alternarsi di aree paludose, di boscaglie di pioppeti di pini marittimi
e di canneti, abitati da una moltitudine variopinta di uccelli che ormai
abituati al passaggio delle macchine e delle moto non celavano la loro
presenza. |
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Oltrepassata
Porto Levante al termine di un rettilineo interminabile, ci
ricolleghiamo alla S.S. Romea che percorriamo fino a Chioggia, dove si
conclude il nostro bellissimo giro. |
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Prima di accedere alla piazzetta del
borgo vecchio costeggiamo il piccolo porto dei pescatori di vongole,
ancora attivo dove sono ormeggiati decine di pescherecci multicolori.
Giunti nella piazzetta di Chioggia ne
prendiamo letteralmente possesso sotto lo sguardo sorpreso e incuriosito
dei presenti. |
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Meglio di così
non poteva andare, alla fine anche il sole ci ha “salutato” offrendoci
la vista di un tramonto multicolore quasi a voler ripagare con tanta
bellezza la sua scarsa presenza nell’arco della giornata. |
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