MALEFICUS TOUR 15 MAGGIO 2010

 

E’ incredibile come passa veloce il tempo e quante cose succedono nell’arco di 12 mesi.

Una considerazione  sorta quasi spontanea ripercorrendo con la memoria i mesi trascorsi a far data dal  Maleficus Tour 2009 e l’edizione 2010.

Ci sono periodi della propria vita che rimangono immutati per molto tempo e momenti in cui nel giro di poco cambia radicalmente.

Non è cambiata  invece la passione  per la vmax, ne diminuito il  piacere che si prova nell’utilizzarla percorrendo itinerari insoliti.

E’ per l’appunto con il termine “insolito” che si potrebbe definire il percorso scelto per il Maleficus Tour 2010, insolito e al contempo particolarmente suggestivo, come il lungolago di Morcote,  l’altipiano di Monteggio tra P.te Tresa e Luino  la Val Veddasca e il passo di Indemini.

Strade particolarmente belle a traffico zero.

Il meeting point generale come ormai da tradizione, per tutti gli itinerari a nord di Milano, da dove ha avuto inizio il tour, Solbiate Arno.

 

Fatto l’appello e distribuite le cartine per ogni evenienza, abbiamo dato gas ai motori, destinazione il distributore Shell di Giaggiolo dove avevamo appuntamento con Pinomax.

Con l’ingresso in Svizzera siamo entrati nel vivo del giro.

Percorrendo la strada  cantonale, l’equivalente delle nostre statali e costeggiando sempre il lago di Lugano abbiamo raggiunto la meta successiva, Melide, per l’ultimo appuntamento, Faina.
Con Faina tutti i partecipanti al giro erano presenti, ora si poteva proseguire senza più soste fino al passo di Indemini.
Il lago di Lugano dal versante Svizzero non era mai stato inserito prima nei  giri del club, questa è stata la prima volta come per alcuni dei partecipanti.
Da Melide tenendo sempre il lago sulla sinistra, si è  raggiunta: Morcote, la perla del lago di Lugano, località  di villeggiatura già agghindata a  festa per accogliere al meglio i turisti; Vico, Figino in un susseguirsi di ville e villette, porticcioli e piccole insenature.
Sempre costeggiando il lago abbiamo infine raggiunto Ponte Tresa  dove il lago termina, dando vita al fiume la Tresa.

Si è proseguito il tour  costeggiando il fiume e a fatica siamo riusciti  non farci distrarre dalla vista che questo offriva.

Dopo le numerose ed abbondanti precipitazioni delle ultime settimane aveva aumentato la portata d’acqua al punto tale che più un fiume sembrava un torrente da rafting, con tanto di rapide i  violenti gorghi.

L’altipiano di Monteggio,Sessa, Suino, Poppino, Luino e così dal lago di Lugano abbiamo raggiunto il lago Maggiore, ora davanti a noi solo la Val Veddasca.

Ci fermiamo per una sigaretta e il pieno, non ci sono distributori lungo la strada che porta al passo di Indemini e non si può certo rischiare di rimanere a secco in quella zona.

Riempiamo i serbatoi fino all’orlo  e ripartiamo, adesso inizia il bello.
In un primo momento la strada che porta al passo  da l’impressione di essere poco impegnativa; è bella larga, ben asfaltata, costeggiata di villette, insomma da non prendere troppo sul serio.
Errore, terminato l’abitato, cambia aspetto e si trasforma in una ripida, stretta e tortuosa strada di montagna, con tanto di tornanti e detriti lasciati dalle recenti violente piogge sull’asfalto a rendere il tutto più insidioso ma contemporaneamente bellissimo.

 

La strada sale rapidamente, le orecchie  iniziano a chiudersi e la temperatura scende subito dopo le prime curve.

Si butta lo sguardo oltre il bordo della strada e centinaia di metri più giù dietro agli alberi che trasmettono un certo senso di protezione, si intravede il lago improvvisamente diventato grande quanto un francobollo; oltre il lago la corona delle montagne innevate illuminate dal sole.

Si continua a salire fino al culmine.

Si scollina, non ci si può fermare, il vento gelido lo impedisce. Ci fermiamo giusto pochi metri più giù, per rimanere quel tanto che basta sottovento ma non basta.

Fa freddo, la neve si è sciolta da poco, l’erba è ancora tutta schiacciata e infradiciata d’acqua.

Facciamo qualche foto ricordo e ripartiamo, la salita impegnativa e la bassa temperatura hanno stimolato l’appetito e l’idea che poco avanti ci sono i pizzocheri ad aspettarci fa venire a tutti un’improvvisa voglia di correre.

 

La discesa è ovviamente più veloce e suggestiva, perché nei punti in cui  lo sguardo poteva spaziare si poteva ammirare la ripida valle con i suoi piccoli agglomerati urbani, le strette gole e li sullo sfondo il lago.

Maccagno, Colmegna, Dumenza il Grotto.

Sarà stata la fame, non lo so  ma in men che non si dica sono state parcheggiate le moto e tutti si sono seduti al tavolo.

Il silenzio per una buona mezz’oretta ha regnato sovrano nella sala del ristoro, solo il tintinnio delle posate sui piatti svelava la nostra presenza.

Solo con l’arrivo della  polenta fumante, accompagnata dalla cacciagione si sono levate le prime voci  esultanti.
Mi sa che era proprio fame, tanta fame.
Con il brindisi finale si è conclusa la bella giornata, e il Maleficus Toul 2010,  in quanto dal grotto ognuno dei partecipanti ha preso la via di casa più consona.
Per il grosso del gruppo il tragitto più veloce è stato percorrere il lungolago fino a Laveno.
Ultima sosta per i saluti e poi passando per Varese ognuno di noi ha preso la via di casa.

Alla prossima con un nuovo itinerario sempre con la stessa passione di sempre, se così non fosse non saremmo Maniac.