Settembre è da alcuni anni
il mese più bello dell’anno, ci sono ancora delle magnifiche giornate di
sole, l’afa e il caldo opprimenti tipici dell’estate sono terminati e
utilizzare la moto per delle uscite diventa veramente un piacere; così,
confidando sull’esattezza delle previsioni meteo, abbiamo dedicato il
week-end, alle Alpi Retiche Lombarde.
Una
zona geografica non proprio a portata di mano per una gita in giornata,
ma ottima per trascorrere un week-end. |
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Per iniziare in bellezza
questo magnifico finesettimana, la prima sosta non poteva che essere lo
spaccio della Galbusera, è la moto che ti porta, non puoi passarci
innanzi senza fermarti, soprattutto quando si viene investiti dal
profumo inebriante delle briosce e dei biscotti appena sfornati, non
sostare è impossibile.
Così
dopo il pit-stop colazione, ricca e abbondante, siamo ripartiti, tutti
più allegri e soddisfatti. |
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Lasciato Cosio Valtellino
(comune dove ha sede l’azienda) sempre percorrendo la via panoramica in
un susseguirsi di vigneti e appezzamenti coltivati a mele, abbiamo
raggiunto Teglio, la patria dei Pizzoccheri, il piatto tipico della
Valle, in assoluto il più appetitoso; dove ci siamo fermati per
l’aperitivo e qualche sfiziosità, giusto per stimolare l’appetito. |
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La tappa successiva,
l’agriturismo “Al Vecchio Torchio” dove abbiamo gustato alcuni tra i
piatti tipici della zona.
La pausa pranzo è stata
superata indenne, non c’è da “scherzare” con la cucina valtellinese, si
rischia davvero di stramazzare sotto ad un melo, incapaci di muovere un
dito.
Consci del lungo tratto che
ancora ci separava da Bormio, si è voluto moderare le portate e le
quantità; solo del caffè si è ovviamente abbondato. |
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Dopo pranzo il tour è
ripreso, percorrendo la vecchia strada, lì dove era possibile.
Tirano, Grosio, Sondalo,
Sanatori e lì, con nostra sorpresa, troviamo la strada chiusa.
Ci chiediamo il perché;
proviamo ad indagare, niente da fare, è proprio interrotta. |
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Ci guardiamo attorno e un
brivido corre lungo la schiena, davanti a noi la montagna appare
sventrata, rimaniamo perplessi … ma si .. è la frana del luglio del
1987, quella che ventiquattro anni fa ha devastato la Valtellina, e che
ancora oggi preoccupa, al punto da chiudere la strada al turismo e
deviarlo alla vicina e più sicura galleria. |
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Lasciamo la vecchia statale
e in un continuo susseguirsi di gallerie alla fine ecco presentarsi ai
nostri occhi maestosa come non mai, Bormio. |
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Siamo arrivati, lasciamo il
bagaglio in albergo e in vista della cena ci lasciamo sedurre nuovamente
dal rito aperitivo, che si decide di prendere a Santa Caterina Valfurva,
una località altrettanto importante per il turismo a pochi chilometri da
Bormio. |
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Anche
qui si brinda , in fondo il tempo è bello, la compagnia pure e tutto
questo merita di essere festeggiato. |
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Il bello è arrivato alla
sera, quando ci siamo seduti per la cena, finalmente li vediamo, ne
sentiamo il profumo, sono loro i Pizzoccheri, il piatto in assoluto più
succulento e regale dell’intero comprensorio. |
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Solo a guardarli il cuore
ha un sussulto e la salivazione aumenta all’inverosimile e quando
finalmente, i nostri piatti vengono riempiti da abbondanti porzioni, non
si leva più un fiato, e l’unico debole suono che si può percepire è il
tintinnio dei rebbi delle forchette che lavorano sul fondo dei piatti.
Che bontà, dopo un piatto
così ci si sente completamente appagati e niente può più scomporti.
La
mattinata successiva, a darci il buongiorno, uno splendido sole, ad
aspettarci il passo dello Stelvio e i suoi infiniti tornanti. |
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Si parte, si da gas e via,
si sale… sempre di più, fino alla cima e lì si ha la sensazione di avere
il mondo ai nostri piedi.
La
Val Trafoi, la catena innevata dell’Ortles uno spettacolo
indescrivibile. |
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Ci fermiamo per fare il
pieno di bellezza, e…. merenda…. Wurstel e crauti...
Siamo
solo a metà del percorso, di strada da percorrere ne abbiamo ancora
tanta, quindi riprendiamo le moto e si prosegue. |
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Ripercorriamo per un breve tratto il versante lombardo della SS 38 dello
Stelvio per poi, giunti al Giogo di S.ta Lucia, scendere verso Val di
Mustair e rientrare in Italia attraverso il tunnel “La Drossa” che
collega questa valle armoniosa con Livigno. |
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Innanzi
a noi il lago artificiale del Gallo, e proprio nel mezzo della diga, il
casello per la riscossione del pedaggio. |
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Percorriamo gli 11,8 chilometri che ci separano da Livigno velocemente,
abbiamo un tavolo prenotato che ci aspetta, e se tardiamo c’è il rischio
di non trovarlo più. |
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Arriviamo in tempo utile,
così ci accomodiamo e concentriamo tutta la nostra attenzione sul menù
che troviamo sul tavolo.
Il cavallo di battaglia del
ristorante sono i piatti unici, così anche per velocizzare il tutto,
piatti unici per tutti, polenta e… di tutto e di più, e non solo, ogni
capriccio ed ogni desiderio potevano essere soddisfatti. |
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Diamo
un occhio all’ora e ci rendiamo conto che non possiamo indugiare ancora,
casa è ancora lontana, così dopo il caffè a malincuore torniamo alle
moto e ripartiamo, si sale verso il Bernina per scendere verso Tirano
lungo la Val Poschiavo, interamente attraversata dal trenino rosso del
Bernina, dal 2008 inserito tra i patrimoni dell’umanità dall’Unesco
come esempio tecnicamente avanzato di gestione del paesaggio di alta
montagna e come ferrovie a scartamento ridotto più spettacolari del
mondo. |
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www.rhb.ch/unesco |
Percorrendo la statale, in
alcuni punti costeggiamo la famosissima “Ferrovia Retica”, un miracolo
dell’ingegneria.
Un percorso che si snoda
lungo un tratto talmente impervio ed irraggiungibile che si fatica a
credere ai propri occhi e ad immaginare come a cavallo tra la fine del
1800 e i primi del 1900 siano riusciti a realizzare una tale opera .
Viadotti vertiginosi
appoggiati alle pareti verticali di roccia, tunnel scavati nella roccia
ad elica, un capolavoro tecnico che da solo basta per lasciarti
interdetto per lo stupore.
L’arrivo a Tirano, |
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ha significato la
conclusione del nostro magnifico tour gastronaturalistico.
Da
Tirano la marcia verso casa si è velocizzata, e una volta raggiunta la
fine della valle, dopo i saluti, ognuno ha preso la via di casa,
chiudendo così definitivamente il capitolo bontà valtellinesi,
“Pizzoccheri” “Shat” e chi più ne ha, più ne metta e giunti a casa…. ci
siamo ben guardati di utilizzate la bilancia, consapevoli che il suo
verdetto, sarebbe stato distruttivo. |