PIZZOCCHERO TOUR 10 SETTEMBRE 2011

Settembre è da alcuni anni il mese più bello dell’anno, ci sono ancora delle magnifiche giornate di sole, l’afa e il caldo opprimenti tipici dell’estate sono terminati e utilizzare la moto per delle uscite diventa veramente un piacere; così, confidando sull’esattezza delle previsioni meteo, abbiamo dedicato il week-end, alle Alpi Retiche Lombarde.

Una zona geografica non proprio a portata di mano per una gita in giornata, ma ottima per trascorrere un week-end.

Per iniziare in bellezza questo magnifico finesettimana, la prima sosta non poteva che essere lo spaccio della Galbusera, è la moto che ti porta, non puoi passarci innanzi senza fermarti, soprattutto quando si viene investiti dal profumo inebriante delle briosce e dei biscotti appena sfornati, non sostare è impossibile.

Così dopo il pit-stop colazione, ricca e abbondante, siamo ripartiti, tutti più allegri e soddisfatti.

Lasciato Cosio Valtellino (comune dove ha sede l’azienda) sempre percorrendo la via panoramica in un susseguirsi di vigneti e appezzamenti coltivati a mele, abbiamo raggiunto Teglio, la patria dei Pizzoccheri, il piatto tipico della Valle, in assoluto il più appetitoso; dove ci siamo fermati  per l’aperitivo e qualche sfiziosità, giusto per stimolare l’appetito.

 

La tappa successiva, l’agriturismo “Al Vecchio Torchio” dove abbiamo  gustato alcuni tra i piatti tipici della zona.

La pausa pranzo è stata superata indenne, non c’è da “scherzare” con la cucina valtellinese, si rischia davvero di stramazzare sotto ad un melo, incapaci di muovere un dito.

Consci del lungo tratto che ancora ci separava da Bormio, si è voluto moderare le portate e le quantità; solo del caffè si è ovviamente abbondato.

Dopo pranzo il tour è ripreso, percorrendo  la vecchia strada, lì dove era possibile.

Tirano, Grosio, Sondalo, Sanatori e lì, con nostra sorpresa, troviamo la strada  chiusa.

Ci chiediamo il perché; proviamo ad indagare, niente da fare, è proprio interrotta.

Ci guardiamo attorno e un brivido corre lungo la schiena, davanti a noi la montagna appare sventrata, rimaniamo perplessi … ma si .. è la frana del luglio del 1987, quella che ventiquattro anni fa ha devastato la Valtellina, e che ancora oggi preoccupa, al punto da chiudere la strada al turismo e deviarlo alla vicina e più sicura galleria.

Lasciamo la vecchia statale e in un continuo susseguirsi di gallerie alla fine ecco presentarsi ai nostri occhi maestosa come non mai, Bormio.

Siamo arrivati, lasciamo il bagaglio in albergo e in vista della cena ci lasciamo sedurre nuovamente dal rito aperitivo, che si decide di prendere a Santa Caterina Valfurva, una località altrettanto importante per il turismo a pochi chilometri da Bormio.

Anche qui si brinda , in fondo il tempo è bello, la compagnia pure e tutto questo merita di essere festeggiato.

Il bello è arrivato alla sera, quando ci siamo seduti per la cena, finalmente li vediamo, ne sentiamo il profumo, sono loro i Pizzoccheri, il piatto in assoluto più succulento e regale dell’intero comprensorio.

 

Solo a guardarli il cuore ha un sussulto e la salivazione aumenta all’inverosimile e quando finalmente, i nostri piatti vengono riempiti da abbondanti porzioni, non si leva più un fiato, e l’unico debole suono che si può percepire è il tintinnio dei rebbi delle forchette che lavorano sul fondo dei piatti.

Che bontà, dopo un piatto così ci si sente completamente appagati e niente può più scomporti.

La mattinata successiva, a darci il buongiorno, uno splendido sole, ad aspettarci il passo dello Stelvio e i suoi infiniti tornanti.

 

Si parte, si da gas e via, si sale… sempre di più, fino alla cima e lì si ha la sensazione di avere il  mondo ai nostri piedi.

La Val Trafoi, la catena innevata dell’Ortles uno spettacolo indescrivibile.

Ci fermiamo per fare il pieno di bellezza, e…. merenda…. Wurstel e crauti...

Siamo solo a metà del percorso, di strada da percorrere ne abbiamo ancora tanta, quindi riprendiamo le moto e si prosegue.
Ripercorriamo per un breve tratto il versante lombardo della SS 38 dello Stelvio per poi, giunti al Giogo di S.ta Lucia, scendere verso Val di Mustair e rientrare in Italia attraverso il tunnel “La Drossa” che collega questa valle armoniosa con Livigno.
Innanzi a noi il lago artificiale del Gallo, e proprio nel mezzo della diga, il casello per la riscossione del pedaggio.
Percorriamo gli 11,8 chilometri che ci separano da Livigno velocemente, abbiamo un tavolo prenotato che ci aspetta, e se tardiamo c’è il rischio di non trovarlo più.

Arriviamo in tempo utile, così ci accomodiamo e concentriamo tutta la nostra attenzione sul menù che troviamo sul tavolo.

Il cavallo di battaglia del ristorante sono i piatti unici, così anche per velocizzare il tutto, piatti unici per tutti, polenta e… di tutto e di più, e non solo, ogni capriccio ed ogni desiderio potevano essere soddisfatti.

Diamo un occhio all’ora e ci rendiamo conto che non possiamo indugiare ancora, casa è ancora lontana, così dopo il caffè a malincuore torniamo alle moto e ripartiamo, si sale verso il Bernina per scendere verso Tirano lungo la Val Poschiavo,  interamente attraversata dal trenino rosso del Bernina, dal 2008 inserito  tra i patrimoni dell’umanità dall’Unesco come esempio tecnicamente avanzato di gestione del paesaggio di alta montagna e come ferrovie a scartamento ridotto più spettacolari del mondo.

www.rhb.ch/unesco

 

Percorrendo la statale, in alcuni punti costeggiamo la famosissima “Ferrovia Retica”, un miracolo dell’ingegneria.

Un percorso che si snoda lungo un tratto talmente impervio ed irraggiungibile che si fatica a credere ai propri occhi e ad immaginare come a cavallo tra la fine del 1800 e i primi del 1900 siano riusciti a realizzare una tale opera .

Viadotti vertiginosi appoggiati alle pareti verticali di roccia, tunnel scavati nella roccia ad elica, un capolavoro tecnico che da solo basta per lasciarti interdetto per lo stupore.

L’arrivo a Tirano,

 

ha significato la conclusione del nostro magnifico tour gastronaturalistico.

Da Tirano la marcia verso casa si è velocizzata, e una volta raggiunta la fine della valle, dopo i saluti, ognuno ha preso la via di casa, chiudendo così definitivamente il capitolo bontà valtellinesi, “Pizzoccheri” “Shat” e chi più ne ha, più ne metta e giunti a casa…. ci siamo ben guardati di utilizzate la bilancia, consapevoli che il suo verdetto, sarebbe stato distruttivo.